Il Killer Del Ricamo by Stephen Woodworth

Il Killer Del Ricamo by Stephen Woodworth

autore:Stephen Woodworth [Woodworth, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Suspense, Fiction, Thrillers
ISBN: 9788834712412
editore: Fanucci
pubblicato: 2007-07-14T22:00:00+00:00


15

Ansia da separazione

Quando tornò al Brea Mall, si sbrigò a comprare un paio di blue jeans che non le servivano per poter mostrare un sorriso e una grossa busta di Nordstrom a George, mentre tornava alla sua Volvo. Malgrado quella precauzione, lui le scoccò uno sguardo incredulo attraverso il finestrino della LeBaron. Erano quasi le cinque, il che significava che la sua 'spedizione per gli acquisti' era durata circa otto ore. George scosse il capo e avviò il motore.

La tallonò fino al giardino d'infanzia, dove Arabella Madison se ne stava appoggiata alla fiancata della sua Acura, sfogliando una copia di Vogue in attesa di iniziare il suo turno. Fu lei a seguire Natalie e Callie fino al condominio. Si piazzò fuori dalla finestra di cucina e bussò al vetro per fare smorfie buffe mentre loro due cenavano.

Callie ridacchiò, l'atteggiamento di Arabella la attraeva a dispetto delle continue raccomandazioni di sua madre. Natalie tirò le tende, ma il profilo diafano dell'agente di sicurezza rimase in agguato per tutta la sera, disturbando la sua visuale periferica.

«Mi leggi una favola?» la implorò Callie mentre la portava di sopra per metterla a dormire. «Leggimi Ortone! Ti preeego.»

«Non stasera, tesoro. Mamma è molto stanca.» Sorvegliò la figlia mentre si lavava i denti e le rimboccò le coperte.

Benché fossero appena passate le otto, Natalie si occupò della sua igiene dentale e andò dritta a letto. Ma invece di addormentarsi si spogliò completamente e si distese sulle lenzuola, le braccia incrociate sui seni scoperti.

Si disse che era solo una prova. Doveva evocare qualcuno per accertarsi di saperlo ancora fare, e Dan era il soggetto più adatto.

In realtà, aveva bisogno di lui. Era l'unica persona che conoscesse capace di sollevare il velo mortale dalla sua esistenza.

Con i confini del presente cancellati dall'oscurità, Natalie si immerse nel passato, chiamandolo con il suo desiderio.

«Tutto bene?»

Schiuse le palpebre serrate come valve di mollusco quanto bastava per scrutare da dietro gli occhiali scuri Dan che si era gentilmente offerto di sedere accanto al finestrino durante il volo. L'ultima cosa che desiderava era vedere trentamila piedi di vuoto sotto di sé. «Oh, certo. Mai stata meglio.»

L'aeroplano fu colpito da un'altra turbolenza, che fece scartare la fusoliera come uno stallone imbizzarrito. Natalie serrò nuovamente gli occhi e si spinse indietro contro il sedile, annaspando mentre ingoiava aria. Era contenta di aver avuto troppa paura per mangiare qualcosa mentre aspettavano il decollo; se non altro, nello stomaco non aveva niente da vomitare.

«Tieni duro, Natalie.» Dan la incalzò finché lei gli rivolse un sorriso teso. «Dopotutto è il mezzo di trasporto più sicuro.»

«Lo dici tu.» Natalie pensò all'ultimo pilota che aveva convocato durante un'indagine della FAA su un incidente aereo. Aveva lottato per riprendere il controllo anche mentre la depressurizzazione catastrofica gli aveva fatto esplodere i vasi sanguigni nel cervello e l'ago dell'altimetro era sceso e le colline verdi sotto di lui gli erano precipitate addosso schiantandolo…

Guardò il segnale che indicava di allacciare le cinture di sicurezza, desiderando ardentemente che si spegnesse. Solo un lavoro importante



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